In occasione della messa in onda del telefilm Lie to me, la 20th Century Fox ha svolto un sondaggio su 20.000 inglesi da cui è emerso che il premio dei più grossi bugiardi lo vincono, e sono i dati a parlare, gli uomini: mentono circa sei volte al giorno, mentre le donne si limitano a tre. Secondo i risultati infatti gli uomini dicono il doppio delle bugie rispetto alle donne, e nonostante l’alta percentuale di donne che crede di essere esperte nel mascherarle, il più delle volte la bugia riesce nel suo intento.
Nella serie TV “Lie to me” il dottor Cal Lightman (Tim Roth) è esperto di linguaggio non verbale, utile a smascherare le bugie. A vederlo all’opera sembra facile riuscire a distinguere piccoli movimenti del corpo e microespressioni che rivelino il pensiero, ma nella vita vera servirebbe un dott. Lightman tascabile per ognuno di noi.
Un esempio è l’affermazione del (vero) dott. Richard Newman esperto nel linguaggio del corpo:” la maggior parte delle persone non sa leggere i segnali del corpo. E’ diffuso pensare che quando qualcuno mente, tende a nascondere il viso ed abbassare lo sguardo. La verità, però, sta nell’esatto contrario”. E’ pur vero che se non riconosciamo coscientemente i microsegnali, il nostro subconscio, il nostro “intuito” invece riesce a farlo benissimo.
In effetti la difficoltà più grossa, spesso, è quella di fidarsi delle nostre sensazioni. Ritornando alla ricerca, è emerso che le bugie più comuni degli uomini riguardano il cellulare, incapaci di ammettere di non voler rispondere per semplice mancanza di voglia con conseguenti scuse sulla batteria scarica, oppure sulle loro preoccupazioni con una frase che tutte abbiamo sentito: “non ho niente, va tutto bene”.
Le donne, anche se mentono la metà, non si esimono però dal barare riguardo ai costi dello shopping, inventando saldi inesistenti o nascondendo i frutti del peccato.
Immaginiamo un mondo in cui tutti fossimo esperti nello smascherare le bugie. Considerato che mentiamo dalle tre alle sei volte al giorno, saremmo felici?
Questo è anche il dilemma sottostante alla storia di “Lie to Me”. E’ importante saper leggere le bugie, ma ancora di più saper gestire questa capacità.